Dal mio primo sopralluogo per conoscere Giuseppe, rimasi stupita dalla dignità che traspariva dalla poche parole che riusciva a pronunciare a fatica.

Il mio occhio professionale – sono assistente sociale - mi ha subito portato ad osservare il suo contesto domestico e mi è bastato per capire che la confusione e la trascuratezza del luogo dove viveva erano segno di un lento lasciarsi andare alla deriva subendo passivamente gli eventi e la malattia: “Non pensavo di ammalarmi a 50 anni, pensavo che l’avrei scampata”, ed invece la malattia genetica neurodegenerativa aveva colpito anche lui.

Ho acconsentito alla proposta fattami dall’Associazione InCERCHIO di propormi come suo amministratore di sostegno perché non riesco ad accettare che un uomo così fragile, solo, senza parenti, possa vivere isolato nella sua difficoltà e sofferenza, in ombra, quasi senza voler disturbare nessuno.

All’inizio Giuseppe non capiva bene il mio interessamento, ma ora che si è reso conto della genuinità del mio “occuparmi di lui”, non solo accetta ma sembra gradire le attenzioni e le visite settimanali.

Il rapporto con le istituzioni è complesso: i documenti da compilare, le richieste da presentare, le lunghe file…. per me è una sfida ed ogni volta che ottengo anche in piccolo beneficio per migliorare la sua assistenza è una soddisfazione che allieta la mia giornata.

Nella L. 6/2004, che ha introdotto nel ns ordinamento giuridico l’amministrazione di sostegno, al centro del procedimento c’è il principio per il quale il beneficiario non deve essere espropriato delle proprie capacità, a maggior ragione se rimane una, seppur parziale, consapevolezza di sé. L’amministratore di sostegno sta attento a non mortificare, ma a valorizzare l’autonomia della persona, perché chiunque vuol dare un significato giorno dopo giorno alla propria esistenza, anche Giuseppe, nonostante la drammaticità della sua malattia.

Sostenere la persona “con la minor limitazione possibile della sua capacità d’agire” non è semplice: occorre chiarirsi spesso con il proprio amministrato, significa rispettare i suoi tempi, starlo ad ascoltare, capire se preferirebbe una soluzione diversa e perché, capire se ha bisogno di essere rassicurato, contenuto o solo incoraggiato.

Da assistente sociale e pertanto “professionista dell’assistenza”, avrei il profilo più idoneo per coprire il ruolo di ADS, tuttavia sto capendo che le capacità tecniche servono solo se accompagnate dalla consapevolezza della delicatezza del compito che ci assumiamo come ads, perché si entra nell’intimità dell’ambiente familiare sempre con umiltà e senso di umanità. Non è facile affiancare e assistere Giuseppe, ma farlo mi ha restituito il significato profondo della solidarietà.

(* i nomi non sono quelli reali, per tutelare la privacy delle persone coinvolte)

Associazione inCerchio

Via Giasone del Maino n° 16, 20146 Milano
cell. (+39) 340 38 07 239
Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
www.associazioneincerchio.com

C.F. 97722690159

 
ASSOCIAZIONE PORTE SEMPRE APERTE ODV DI GARBAGNATE - PER UNA NUOVA CULTURA DEI DIRITTI DI CREMONA ONLUS - AUXILIA ODV DI MANTOVA – ADS DEL LODIGIANO DI LODI –  LIBERI LEGAMI BERGAMO -  LEDHA MILANO - ADS BRESCIA – INSIEME SI FA DI ROZZANO – UNA RETE DI SOSTEGNO ALLA FRAGILITÀ DI LECCO - VICINI ALLA PERSONA APS COMO -  FIANCO A FIANCO DI MONZA E BRIANZA


Sorry, this website uses features that your browser doesn’t support. Upgrade to a newer version of Firefox, Chrome, Safari, or Edge and you’ll be all set.