Considerata la realtà del territorio lodigiano e l'analisi scaturita dal confronto con la RETE locale e le ISTITUZIONI si intende de perseguire le seguenti finalità generali:
- Sensibilizzazione e formazione delle persone fragili e delle famiglie sulla legge 6/2004 e sul significato della protezione giuridica
- aiutare i soggetti fragili a maturare ove possibile la scelta della protezione giuridica per se stessi;
- aiutare la famiglia ad assumersi le proprie responsabilità attraverso lo sviluppo delle competenze necessarie all'assunzione del ruolo di amministratore di sostegno;
- sensibilizzare i genitori con figli minorenni disabili ad attivare il ricorso per l'AdS durante il 17° anno;
- aiutare la famiglia, dove necessario, a progettare il "dopo di noi" identificando la persona di fiducia cui affidare la rappresentanza giuridica del congiunto;
- promuovere la nascita di un nuovo servizio di Protezione Giuridica per il lodigiano da costruire nell'intesa con le Istituzioni durante l'intero svolgimento del Progetto.
- Informare i cittadini circa le modalità per la presentazione di un ricorso.
Gli obiettivi specifici necessari al perseguimento delle surriferite finalità sono definiti dal:
1. Potenziamento della rete delle associazioni che a diverso titolo sono interessate alla figura dell'ADS e sviluppo della loro capacità di occuparsi di advocacy.
2. Sensibilizzazione, reperimento e formazione di volontari sulla legge 6/2004 ed eventuale predisposizione di registri allo scopo di assicurare Amministratori di Sostegno, persone vere accanto a beneficiari persone vere che possano costituire risorsa ai servizi sociali che devono promuovere ricorsi d'ufficio (possibilità per il candidato AdS di aderire preventivamente al progetto di vita del beneficiario, inserendosi nel suo progetto individualizzato e divenendone parte attiva).
3. Sviluppo delle competenze delle terzo settore finalizzate a:
- promozione di iniziative atte al reperimento di AdS volontari;
- gestione di elenchi pubblici degli Amministratori di sostegno volontari;
- gestione diretta delle amministrazioni di sostegno che i Giudici Tutelari potranno eventualmente affidare d'ufficio.
4. Supporto concreto e professionale per la predisposizione dei ricorsi, e per la gestione dei compiti di tutela:
- supporto alle famiglie e ai soggetti fragili nella fase di presentazione del ricorso (si devono relazionare con competenza con i Giudici Tutelari);
- supporto ai servizi sociali e sanitari, pubblici e privati, che devono predisporre i ricorsi (obbligo all'azione derivante dall'art.406);
- supporto alle famiglie e ai volontari per la gestione concreta del ruolo.
5.Collaborazione con le Istituzioni locali per l'aggiornamento/Formazione del personale addetto ai nuovi servizi.
LE AZIONI PREVISTE NELL'ANN0 2010/2011
1. STRUTTURAZIONE DELLA GOVERNANCE DEL PROGETTO:
- costituzione del Comitato di Pilotaggio;
- individuazione della figura del referente del progetto, figura operativa che svilupperà la propria azione dietro le indicazioni del Comitato di Pilotaggio;
- individuazione delle risorse umane e strumentali provenienti dalle Associazioni ovvero dagli Ordini professionali
- individuazione delle sedi in cui opererà il referente
- Individuazione degli strumenti di valutazione periodica dell'andamento del Progetto
- Messa a fuoco da parte del Comitato di pilotaggio e attuate dal Referente di Progetto tutte le azioni specifiche dichiarate per il raggiungimento dell'obiettivo di Progetto.
2. COMUNICAZIONE DIVULGAZIONE
La Prima attività da sviluppare, non appena definito il Progetto ed il Protocollo di Intesa fra i soggetti che lo sostengono, sarà un convegno pubblico per il lancio del progetto da tenersi nel capoluogo, per presentare ai diversi interlocutori istituzionali del territorio, alla realtà diffusa del terzo settore, agli operatori, alle famiglie il progetto stesso. Va visto come un momento importante per costruire la rete di tutti i soggetti interessati.
Questa attività di informazione può avere inoltre dei momenti successivi, sempre rivolti agli stessi soggetti, famiglie, volontari, operatori pubblici nei tre distretti in cui è articolato il nostro territorio: Lodi, Casalpusterlengo e S. Angelo Lodigiano.
3. FORMAZIONE
Vengono previsti momenti formativi specifici rivolti alle famiglie ed ai volontari per divenire AdS e alle associazioni del terzo settore, per sviluppare competenze e rafforzarne le identità e ruoli.
L'incontro con le famiglie riveste una importanza essenziale per fare emergere il bisogno di protezione giuridica e di ADS. Le Associazioni direttamente interessate saranno portate ad acquisire le competenze per sostenere le famiglie nel percorso verso la Protezione Giuridica del loro congiunto e per arrivare ad assumere un ruolo di gestione delle ADS quando la famiglia sia incapace di farsene carico.
Un percorso formativo particolare dovrà essere progettato per accompagnare la motivazione e sviluppare la competenza dei volontari delle stesse associazioni, allo scopo si solleciterà la possibile istituzione di un Registro locale degli ADS.
Per mettere a fuoco le caratteristiche specifiche della figura dell'ADS volontario saranno utilizzate le competenze presenti nel territorio (istituzionali, associative e professionali).
Per questo si rende necessario definire i caratteri specifici di ciascuna formazione adottando i Protocolli formativi proposti dal progetto regionale.
ATTIVITA' PREVISTE NEL CORSO DELL'INTERO PROGETTO
1. Attività di rafforzamento della Rete locale.
2. Attività per Creare relazioni stabili con i livelli istituzionali in materia di P.G.
3. Attività per Sostenere gli AdS nell'azione di presa in carico delle persone fragili.
4. Attività per Promozione della stabilità del servizio di supporto al Sistema di P.G.
5. Attività per promuovere la nascita del Registro.
6. Reperimento delle risorse necessarie per la prosecuzione del progetto.