“Governance”, da qualche tempo in qua, appartiene alla grande famiglia delle parole di moda. La si incontra spesso nei progetti, nei documenti di programmazione, nelle relazioni. Una parola che in genere è accompagnata da schemi grafici che indicano “chi fa che cosa”, quali siano le relazioni tra i diversi componenti e attori di un processo, livelli di autorità e responsabilità…insomma, cose complicate. Per non essere da meno, anche il progetto AdS di Brescia la utilizza, ma solo per dichiarare con semplicità con quali stili di lavoro si intende condurre il progetto stesso. I principi guida sono quelli della trasparenza e della flessibilità, gli strumenti sono quelli della comunicazione e del bilancio sociale, la regola del gioco è quella del “passo indietro” (e non c’è nessun grafico!.

Il protocollo di intesa siglato dai soggetti di Terzo Settore che aderiscono al progetto ADS di Brescia definisce le modalità attraverso le quali si debba garantire il governo complessivo del progetto stesso. A tale atto pertanto si rinvia, in particolare riguardo ai compiti dell'ente capofila, del referente da esso individuato e del comitato di pilotaggio.

È opportuno tuttavia mettere in evidenza una serie di aspetti ritenuti opportuni e utili allo sviluppo di una capacità di governo del progetto che non sia "solo" efficiente, ma efficace, ovvero, coerente con le finalità del progetto.

Preme anzitutto sottolineare che il progetto, che nasce come opportunità per il Terzo Settore di contribuire al locale sistema di protezione giuridica, non può che muovere i primi passi e crescere sul territorio, in sinergia con le reti formali e informali che del territorio esprimono storia, consapevolezza, esperienza, ossia che nella sostanza ne costituiscono l'intreccio vitale, nelle forme e nei modi possibili.

Non c'è obiettivo descritto nel presente progetto, né azione, il cui significato possa essere decontestualizzato e sviluppato indipendentemente dalla condivisione con la comunità in cui si intende realizzarlo, a partire dalle istituzioni che di quella comunità sono rappresentanti ed interpreti.

In questa ottica è stato promosso già nella fase di definizione del progetto un incontro con il "coordinamento ASL Struttura per la Tutela/referenti per la protezione giuridica degli Uffici di piano", al fine di avviare un percorso di conoscenza e di condivisone che da un'ottica di lavoro in rete possa gettare le basi per un lavoro di rete nel campo della protezione giuridica.

Si ritiene che la partecipazione stabile dell'Ente capofila a detto coordinamento potrebbe favorire oltre che l'individuazione delle migliori condizioni di realizzazione del progetto, anche in termini di "scambio di risorse", una valorizzazione del Terzo Settore, quale interlocutore "alla pari", secondo il principio di sussidiarietà posto alla base del sistema di welfare regionale, in una logica di dialogo e confronto utili a imparare a parlare un linguaggio comune, quando si parla di progetti di vita di persone in condizioni di fragilità.

Insieme alla necessità di lavorare in sinergia con le istituzioni del territorio, prima fra queste l'ASL nella Struttura per la tutela, date le competenze che le sono assegnate, due sono e saranno i "principi guida" del governo del progetto:

  • il principio della trasparenza
  • il principio della flessibilità.

Principio di Trasparenza

Il principio della trasparenza si impone non solo come valore etico di fondo a cui si dovrebbero ispirare le azioni dei soggetti sociali, istituzionali, economici, religiosi, ecc. che operano nel campo dello sviluppo della Comunità, ma anche come pre-condizione per favorire concreti processi di partecipazione, confronto, condivisione. Agire secondo canoni di trasparenza non solo rende visibile l'azione e l'esito ad essa connesso, ma anche le premesse, le intenzioni, le aspettative, i motivi che hanno generato l'azione. A tale scopo il progetto individua strumenti e regole di comportamento semplici e alla portata di tutti coloro che vi partecipano o intendono essere informati del suo sviluppo.

Lo strumento connesso al principio della trasparenza è evidentemente quello della comunicazione che si concretizza nel seguente modo:

  • pubblicazione sul sito dell'ente capofila (ANFFAS Brescia Onlus) e dei siti della rete in forma estesa e completa di ogni sua parte, del protocollo di intesa, del progetto, dei materiali utilizzati per la formazione, del materiale informativo, degli appuntamenti formativi e delle iniziative pubbliche connesse al progetto
  • pubblicazione sul sito dell'ente capofila dei materiali di verifica/monitoraggio relativi all'andamento del progetto (dopo che detti materiali saranno stati inviati e discussi con il comitato di pilotaggio) e degli esiti valutativi da parte del gruppo di progettazione regionale

Principio di Flessibilità

Il secondo principio a cui il progetto si ispira è quello della flessibilità, intesa come la capacità di modificare il progetto man mano che esso si svilupperà. In altri termini, se il rigore e l'essenzialità con cui si è cercato di redigere il progetto sono finalizzati nelle intenzioni a facilitare la sua leggibilità e quindi anche la discussione tra i diversi soggetti coinvolti, altrettanta - se non maggiore - disponibilità sarà impiegata nel modificare, cambiare, adeguare il progetto in base a ciò che le Comunità territoriali esprimeranno. E' evidente che una tale predisposizione per il momento non può essere che annunciata, rinviandone la verifica alla fase di attuazione del progetto. Resta in ogni caso una dichiarazione d'impegno. 
Lo strumento connesso al principio della flessibilità può essere individuato nelle relazioni di verifica sull'andamento del progetto, e quindi in una sorta di bilancio sociale che preveda il coinvolgimento degli stakeholders del progetto stesso: persone, famiglie, soggetti di Terzo Settore, Istituzioni (UPG dell'ASL, UPT, Uffici di Piano, Comuni, Provincia), organizzazioni e aggregazioni delle Comunità (comitati, parrocchie, gruppi, ecc.).

La regola di comportamento connessa a tale principio è quella definita "del passo indietro", ovvero, la disponibilità a volere cercare sempre - per valorizzarli - i punti di intesa e di contatto, anche se ciò può rallentare il piano di lavoro o, più in generale, il conseguimento di ulteriori obiettivi. Il "passo indietro" è un modo come un altro per dire che la condizione positiva comune, che crea il confronto tra i soggetti, ha maggiore valore di distinte posizioni anche più avanzate, ma che restano isolate. E' una regola base della convivenza civile ed, evidentemente, non può essere esercitata solo nei luoghi che il progetto individua come spazi di governo (il comitato di pilotaggio, la rete, ecc.), ma deve essere praticata in generale nei rapporti e nelle relazioni sociali e istituzionali che il progetto sarà capace di creare.

In termini organizzativi il progetto prevede già dei momenti e degli strumenti precisi di governo complessivo dell'andamento. Li riassumiamo:

  • riunioni del comitato di pilotaggio
  • riunioni della rete
  • riunioni del tavolo ASL (UPG + Uffici di Piano + progetto ADS)
  • relazioni di verifica/monitoraggio sull'andamento del progetto
  • report semestrale agli Uffici di Piano e all'UPG/ASL
  • report primo anno (agosto 2011)
  • report finale (bilancio sociale).
 
 

 

 
ASSOCIAZIONE PORTE SEMPRE APERTE ODV DI GARBAGNATE - PER UNA NUOVA CULTURA DEI DIRITTI DI CREMONA ONLUS - AUXILIA ODV DI MANTOVA – ADS DEL LODIGIANO DI LODI –  LIBERI LEGAMI BERGAMO -  LEDHA MILANO - ADS BRESCIA – INSIEME SI FA DI ROZZANO – UNA RETE DI SOSTEGNO ALLA FRAGILITÀ DI LECCO - VICINI ALLA PERSONA APS COMO -  FIANCO A FIANCO DI MONZA E BRIANZA


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