Riportiamo l'intervista a Cesarina Del Vecchio, che è stata presidente di Anffas Varese, capofila che ha guidato la nascita e lo sviluppo del progetto AdS della provincia di Varese fino alla costituzione dell'omonimo Comitato che ne ha preso il testimone. Ancora oggi è urgente proseguire il lavoro di sensibilizzazione delle persone, delle famiglie e delle istituzioni, avviare programmi di formazione, dialogare con le istituzioni, lavorare insieme ai tribunali. Sarà impegnativo, ma contiamo anche sul fatto che in questi due anni di esperienza di progetto la rete e le organizzazioni che ne facevano parte sono cresciuti in consapevolezza e competenza.

Circa due anni e mezzo fa abbiamo iniziato l'esperienza di Varese Ads intervistando Cesarina Del Vecchio, che aveva deciso, con Anffas Varese, di guidare il nascente progetto AdS della provincia di Varese. Ora che quell'esperienza si è conclusa, dando vita al Comitato Varese Ads vorremmo riprendere con Cesarina alcuni fili di quel suo intervento.

Cesarina, è passato diverso tempo da quando si è avviato il progetto. Cosa ci può dire?
Allora dissi che il tema dell'Amministrazione di Sostegno è una di quelle questioni che assumono carattere di urgenza e che è necessario trattare. Sono passati più di due anni e credo che questa urgenza che sentivamo si sia un po' smussata grazie anche alle cose realizzate dal progetto, alla collaborazione di alcune istituzioni, all'impegno di numerose organizzazioni, operatori e volontari. Devo dire, però, che con un'enfasi diversa quella frase la ripeterei ancora. Ancora oggi è urgente proseguire il lavoro di sensibilizzazione delle persone, delle famiglie e delle istituzioni, avviare programmi di formazione, dialogare con le istituzioni, lavorare insieme ai tribunali.


Questo vuol dire che non è soddisfatta del lavoro fatto?
Al contrario. È perché siamo soddisfatti del lavoro realizzato che dico queste cose. Due anni sono un tempo relativamente lungo, per iniziare a costruire quello che abbiamo chiamato Sistema di Protezione Giuridica (SPG) Varesino, ma sono anche un tempo breve perché questo sia messo a regime.
Abbiamo lavorato in una prima fase costruendo le condizioni interne al progetto ed esterne sul territorio per poter porre le basi di avvio e sviluppo del SPG, permettendo alla rete una prima strutturazione interna, ma soprattutto facendo sì che il progetto fosse identificato in provincia come un nodo utile per le questioni che riguardano l'Amministrazione di Sostegno. Ci è sembrato, in questo inizio di lavoro, come se si stesse esplicitando da parte degli operatori e del territorio il bisogno di un riferimento a disposizione per affrontare il tema AdS. Successivamente abbiamo avviato alcune azioni nella direzione di un radicamento del SPG.


Concretamente in cosa è consistito avviare delle azioni nella direzione di un radicamento del SPG?
Il lavoro che si è svolto nell'ultimo periodo della prima annualità e durante tutta la seconda ci ha permesso di sperimentare alcuni dispositivi che, visti nel loro complesso, possono prefigurare il radicamento di un possibile SPG. Tra i più significativi vi posso citare i programmi InformAdiesse, che sono cicli di incontri informativi rivolti prevalentemente a volontari, associazioni e aspiranti amministratori di sostegno. Poi a supporto di questi incontri e come materiale per operatori e volontari abbiamo prodotto gli opuscoli "Appunti di Varese AdS", diffusi attraverso le iniziative del progetto e distribuiti alle biblioteche della provincia e acquisite nel loro catalogo. Siamo riusciti a mettere in campo anche alcune attività formative rivolte sia a operatori che a volontari. Ma la cosa che mi sembra più indicativa del lavoro fatto sono gli sportelli. Se due anni fa in provincia quasi non si parlava di AdS ora, con il contributo delle organizzazioni della rete e di altri partner, siamo riusciti a rendere operativi 16 sportelli sparsi sul territorio provinciale, che forniscono informazioni ai cittadini e accompagnano alla compilazione dei ricorsi.


È un risultato importante
È un risultato molto importante per noi e per il territorio. Va anche considerato che tutto ciò non l'abbiamo realizzato in autonomia ma con la volontà di essere integrati con le istituzioni ed in particolare con l'ASL di Varese e con il Comune di Varese. Ma forse non è il risultato più importante. L'esito che ritengo più significativo è come si è concluso il progetto.


Si spieghi meglio.
Abbiamo concluso il progetto provando a rilanciare il lavoro, provando a rimanere nel problema, perché sentiamo ancora l'urgenza di lavorarci. Questo è stato possibile grazie al rinnovato impegno di 14 delle 19 associazioni che facevano parte della rete e di ulteriori 3 organizzazioni che sono state nostre partner in questo progetto. Per queste 17 organizzazioni differenti, dare vita ad un comitato non è stata un'operazione né facile né scontata: si è trattato di scegliere nuovamente di impegnarsi e questa volta con una difficoltà in più. A differenza di due anni fa che siamo partiti grazie ad un finanziamento concessoci da Fondazione Cariplo e da COGE, in questa fase abbiamo avuto accesso ad un piccolo finanziamento attraverso un bando della Fondazione Comunitaria del Varesotto che ci ha permesso di mantenere inizialmente alcune attività e, contemporaneamente, abbiamo deciso di autofinanziarci attraverso una quota di adesione al comitato. Starà poi a noi e a chi vorrà collaborare con noi trovare delle modalità efficaci per sostenere le nostre iniziative.


Come sempre una sfida difficile.
Si, sarà impegnativo, ma contiamo anche sul fatto che in questi due anni di esperienza di progetto la rete e le organizzazioni che ne facevano parte sono cresciuti in consapevolezza e competenza. La scelta di fare un comitato va anche in questa direzione: valorizzare le diverse competenze e possibilità di impegno che ognuno ha, dalla piccola associazione di volontariato alla fondazione che gestisce numerosi servizi. Confidando che le istituzioni vorranno continuare contribuire al progetto comune investendo nel futuro SPG varesino.


Avete un compito impegnativo, buon lavoro.
Grazie, faremo del nostro meglio.

Dal convegno “Ascolta, sostieni, progetta - Cambiamenti e prospettive dell’Ads” che si è tenuto lo scorso mese di ottobre a Como e in videoconferenza a Varese presentiamo 4 video girati dal Collegio dei Notai di Lecco e di Como e pubblicati sulla loro webtv: la sintesi dell’evento e le interviste al prof. Cendon, al Giudice Buffone e al notaio Colnaghi. Questi video richiamano ed integrano i contenuti del convegno che ha voluto a fare il punto sul quadro dei cambiamenti sociali e culturali avvenuti e tentare un bilancio su quale sensibilizzazione e informazione abbiano accompagnato la legge, analizzando l’evoluzione della sua interpretazione e applicazione e le prospettive e aspettative di quanti si occupano di protezione giuridica, sostegno e prossimità sociali.

 

Ecco i video pubblicati del convegno "Ascolta, sostieni, progetta" dal sito del Collegio dei Notai di Lecco e di Como:

 

La sintesi del Convegno

 

Intervista al Professor Paolo Cendon

 

Intervista al Giudice Giuseppe Buffone

 

Intervista al Notaio Piercarlo Colnaghi

 

Nell’ambito della ricerca che sta conducendo in collaborazione con il Progetto AdS e l’Università Bicocca di Milano sull’andamento delle Amministrazioni di Sostegno nel Tribunale di Varese, Silvia Chiaravalle, Assistente Sociale presso Fondazione Piatti onlus, ha incontrato il GT G. Buffone e ci propone una sintesi di questo loro incontro. Dall'intervista emergono elementi positivi per uno scenario entro cui operare affinché sia concretamente realizzabile un sistema territoriale di protezione giuridica.

Il Giudice Tutelare Dr. Giuseppe Buffone è una delle personalità più conosciute nella materia, alcune sue sentenze hanno avuto molta risonanza, spesso considerate positive apripista. Il suo orientamento estensivo nei confronti della legge sull'amministrazione di sostegno è noto, così come nota è l'attenzione che rivolge alle situazioni che incontra. Spesso nell'accompagnare i famigliari in udienza, si coglie la loro sorpresa, gradita, nel trovarsi inaspettatamente a loro agio.

In un Tribunale? Possibile? Al cospetto di un Giudice? Eppure ...

Innegabile l'aria nuova che si respira, l'accoglienza, l'attenzione riservata, la perizia e l'umiltà nel raffrontarsi con le storie dei più fragili. Non c'è sbrigatività, si coglie attenzione, ascolto.

Durante l'intervista, il Dr. Buffone rimarca l'enorme potenzialità della legge in questione, sottolineando la portata incredibile della platea a cui si rivolge. Non solo individui che esplicitano una patologia, più o meno grave, temporanea o permanente, ma si tratta di uno spazio di diritto per tutte quelle persone che presentano forme diverse di vulnerabilità, di esposizione tale per cui necessitano di un accompagnamento (Tribunale di Varese, Uff. Vol. Giur., Decreto 26 Maggio 2010 - Decreto 18 Giugno 2010). 
I numeri lo dimostrano, crescendo in modo notevole: solo nel 2011 sono stati 198 i provvedimenti di Amministrazione di Sostegno (100 nel 2007, 112 nel 2008, 169 nel 2009, 176 nel 2010).

L'elenco degli Amministratori di Sostegno, costituito su iniziativa del Comitato Scientifico del Tribunale di Varese, è attualmente - conferma il GT Dr. Buffone - in fase di avviamento, mediante anche la predisposizione di uno specifico software preposto a gestirne iscrizione e consultazione.

Al momento i nominativi inseriti nell'Elenco sono unicamente Avvocati, ma si ribadisce l'importanza di implementarlo mediante adeguata pubblicizzazione e formazione specifica.
Si ricorda che il predetto elenco conta tre tipologie di nominativi: professionisti, operatori dei servizi socio sanitari, volontari. Uno degli obiettivi dell'elenco e del relativo software operativo, è quello di favorire un abbinamento tra beneficiario e nominato che sia più agile e soprattutto più pensato, più calzante rispetto a bisogni e caratteristiche di ogni singola situazione, attraverso un sistema che incroci domanda e offerta. Il software darà la possibilità anche a soggetti selezionati e predefiniti di accedere all'elenco e già in fase di presentazione del ricorso sarà possibile ad esempio proporre uno o più nominativi selezionati. Verranno invitati i soggetti già iscritti a riconfermare l'iscrizione all'elenco e verrà pubblicizzata l'iniziativa per formalizzare e raccogliere le nuove adesioni.

Il Tribunale intende concertare anche con i Servizi del territorio le modalità più adeguate per l'accesso al software e per migliorare ed implementare l'elenco. 
In questo scenario l'attività del Tribunale non avanza da sola, sottolinea il GT Buffonel'importanza cruciale di interventi sinergici ed il più possibile "contaminanti", la necessità di continuare a promuovere momenti di incontro con tutti i soggetti chiamati in causa (Istituzioni, terzo settore, cittadinanza) al fine di evitare l'utilizzo di lingue diverse e favorire invece l'attivazione di buone prassi maggiormente collegate tra loro.

Si rinnova anche l'importanza della sottoscrizione di protocolli volti a sancire impegni, responsabilità e prassi operative condivise, nonché l'impegno costante da destinare alla formazione dei professionisti/operatori, dei volontari e delle famiglie, l'impegno nella divulgazione e nella promozione di una cultura di solidarietà, che passi, perché no, anche dagli Uffici giudiziari.

E' questo lo scenario entro cui operare affinché sia concretamente realizzabile un sistema territoriale di protezione giuridica.

Silvia Chiaravalle

Pubblichiamo un'altra intervista di Silvia Chiaravalle, Assistente Sociale presso Fondazione Piatti onlus di Varese, che, nell’ambito della ricerca che sta conducendo in collaborazione con il Progetto AdS e l’Università Bicocca di Milano sull’andamento delle Amministrazioni di Sostegno nel Tribunale di Varese, ha incontrato il Prof. Paolo Cendon.

Entusiasmante ripercorrere la storia dell'Amministrazione di Sostegno nelle parole del Prof. Cendon, proprio nella città che l'ha vista nascere -Trieste- e con lo sguardo rivolto verso il Palazzo dei Congressi della Stazione Marittima che ospitò il Convegno del 1986, luogo di confronti, di istanze e di cambiamenti che avviarono poi l'iter della legge. 

A distanza di oltre sette anni dall'emanazione della Legge, dove siamo?

"Ecco uno dei leitmotiv principali della debolologia, nonché dell'Amministrazione di Sostegno: i Servizi. Tutti i grandi diritti camminano con le gambe dei servizi. Se vuoi un buon diritto, dagli un buon servizio e questo camminerà."

L'Ads ne è l'esemplificazione perfetta.

"Una delle chiavi di volta della legge sull'AdS sono i giudici", in quanto applicatori o disapplicatori dello strumento, "ma per funzionare devono avere un supporto, poter conoscere le situazioni, avere ricorsi appropriati, sinergie dal territorio. Il diritto dal basso è proprio questo.

Le criticità inerenti la legge 6/2004 attualmente sono in prevalenza di tipo organizzativo. 
Serve una comunità che sappia organizzarsi bene, che stringa un apparato, una griglia organizzativa di automatismi, di prassi, questo è il problema forte.

Il Territorio di Varese sta vivendo esperienze positive, abbiamo l'impegno di un Giudice Tutelare "...con l'imprinting dell'intelligenza e dell'umiltà. Una persona intelligente, sensibile, che mette in circolazione parte del suo cuore e pancia e ne esce un cocktail decisionale incredibilmente adeguato. Possiede questa grande fortuna: la capacità di pensare, ascoltare, riflettere. Altri giudici purtroppo no."

"Eppure anche la Cassazione ha mostrato come ogni volta, con i suoi interventi, il paletto venga spostato di dieci centimetri, cioè è sempre più esplicito il no fermo, netto, inequivocabile della Cassazione contro il procedimento di interdizione. Non c'è più bisogno di interdire nessuno oggi. Interdire vuol dire che tu non fai parte del genere umano, ti reifico, ti metto da parte. È strano che a distanza di sette anni dall'uscita di questa legge, con queste sentenze della Cassazione che hanno martellato, con la dichiarazione ONU dei diritti delle persone con disabilità, con un territorio che sta nascendo così generoso e così vigoroso, ugualmente interdicano".

Chiedo a che punto è la proposta di legge di abrogazione dell'interdizione e dell'inabilitazione, che giace in Parlamento dal 2008: "...la proposta...è lì. Nulla per ora. Una fatica scrivere quella proposta, da diventarci matto. La difficoltà è insita nel fatto che il legislatore quando ha concretizzato il codice nel 1942, aveva l'interdizione in mano e l'ha sparpagliata un po' dappertutto, quindi ogni dieci articoli ti accorgi dei rimandi. Una fatica smontare tutte quelle micro risposte, quei micro statuti immaginati dal legislatore caso per caso, ed inventare un contro statuto che arrivasse ad un risultato efficiente senza ricorrere all'interdizione.... E' stato complesso anche perché è difficile immaginare tutte quelle situazioni in cui la persona ha bisogno di un aiuto per quegli atti cui non può adempiere da solo. Il legislatore ragiona solo a due misure -o sei scemo o non sei scemo-, non ci sono tante vie di mezzo".

In quei casi di fragilità sfumate, in quelle aree grigie non perfettamente incasellabili, dove competenze e bisogni si sovrappongono, ecco che si possono porre dei problemi ed ecco allora il significato di questa legge: "Trovare qualche mongolfiera per uscire", volare via, "da questi punti grigi. Trovare soluzioni per accompagnare". Soluzioni sempre diverse, calibrate ai bisogni della persona.

"È sempre il discorso del diritto dal basso: tu non parti dai grandi principi, dalle grandi leve immaginate, parti invece dalle istanze reali, costruisci un modello, assemblando, ricostituendo.

Un altro elemento forte delle debolologia è la precarietà: è tutto vulnerabile.
Basta un nulla, cambia il Sindaco, il Presidente del Tribunale o chissà.....e tutto viene meno, si mette in moto una macchina al rovescio che in tre mesi distrugge tutto. È possibile anche questo. Così è andata a Venezia e anche a Modena, che erano grandi fuochi, grandi luci della legge. Bisogna vigilare costantemente, perché è tutto molto a rischio. E' necessario quindi continuare con l'impegno, con i convegni, occasioni preziose ancora adesso, momenti di grande agglutinamento di forze diverse che si conoscono. 
Uno dei momenti più forti dell'AdS come lezione di vita è proprio la carriera che inaspettatamente compiono alcuni passaggi, alcune parole che prima sembravano cose da donnette.

Ai convegni, quando si discute, ecco che si crea consenso su questo aspetto: morbidezza, affetto, gentilezza, dolcezza, semplicità sono cose che o le hai o non te le puoi dare. Nella misura del possibile, credo che ci si possa però un po' migliorare, allenare, sapendo che queste cose sono fondamentali e questa lezione di vita e di linguaggio, l'Amministrazione di Sostegno te la consente. Il linguaggio delle attenzione, dell'empatia, dell'ascolto. Ecco, ascolto, questa parola spesso inflazionata è la protagonista dell'Amministrazione di Sostegno. Se vuoi fare un buon decreto devi sapere cosa la persona vuole.

Ecco il valore democratico dell'Amministrazione di Sostegno: sei partito credendo di avere a che fare con qualcuno che era molto diverso e ti accorgi invece che è esattamente come te, solo che ha qualche ombra in più, di tipo organizzativo. E la chiave di volta è proprio la registrazione, la presa di coscienza di questa somiglianza, ti accorgi subito di questo e per un motivo preciso: hai davanti a te una persona che vuole delle cose.

La grande scoperta, riconfermata se si vuole, è che hai davanti a te qualcuno che non è disposto a buttare via la propria vita. Che sente di essere vivo, che vuole delle cose, che sente che anche lui ha una missione e sente che è una cosa preziosa.

Questo aspetto lo devo mettere al centro. È uguale a me perché è un soggetto desiderante esattamente come me, ci sono ostacoli che gli impediscono di realizzare questa sua combinazione, ed il compito della protezione giuridica è rimuovere queste difficoltà e favorire ogni potenzialità. Non esistono soggetti deboli, ma soggetti indeboliti dal fatto che nessuno li sostiene.

L'Amministrazione di Sostegno uno strumento pensato per accompagnare un uomo nella realizzazione del meglio per sé, uno strumento di cittadinanza, un modo per ricomporre e ridare unità alla disgregazione che deriva dalla sofferenza, dalla malattia, dalla solitudine, dall'età, a volte dalla vita. Un percorso fianco a fianco, un sorvolare gli ostacoli, renderli annullabili.

Una mongolfiera, partita dal cielo di Trieste.

Silvia Chiaravalle

Si è chiuso il secondo ciclo di incontri informativi InformAdiesse promosso dal progetto Varese AdS Rete di tutela dei diritti promosso in collaborazione con l’ASL Provincia di Varese,
che si è svolto nei mesi di ottobre e novembre 2011. Gli incontri di questo secondo ciclo di InformAdiesse si sono svolti a Gavirate, Busto Arsizio, Saronno e Varese ed hanno visto la partecipazione complessiva di più di centoventi persone che hanno contribuito ad arricchire il dibattito con i loro quesiti e le loro considerazioni sul tema dell'amministrazione di sostegno. Importante il coinvolgimento dei partner locali. Con questo serie di incontri sono 9 su 12 gli ambiti distrettuali nei quali si sono svolti gli incontri di InfromAdiesse. Nei prossimi mesi il progetto intende organizzare incontri nei distretti di Castellanza, Somma Lombardo e Sesto Calende. Inoltre sarà possibile replicare gli incontri in alcuni territori, andando incontro ad alcune richieste pervenute.

Nei mesi di ottobre e novembre 2011 il progetto Varese AdS rete di tutela dei diritti in collaborazione con l'Ufficio di Protezione Giuridica dell'ASL Provincia di Varese, ha organizzato quattro incontri informativi rivolti a volontari, associazioni, familiari, amministratori di sostegno, operatori e persone interessate a conoscere l'istituto dell'AdS, sia per poterne usufruire, sia per proporsi direttamente come amministratori di sostegno.

Gli incontri di questo secondo ciclo di InformAdiesse si sono svolti a Gavirate, Busto Arsizio, Saronno e Varese ed hanno visto la partecipazione complessiva di più di centoventi persone che hanno contribuito ad arricchire il dibattito con i loro quesiti e le loro considerazioni sul tema dell'amministrazione di sostegno.

Ogni incontro ha visto la partecipazione di un avvocato e di un operatore sociale esperti di amministrazione di sostegno che hanno esposto la norma, le sue finalità, le procedure per il ricorso e l'utilità dell'amministratore di sostegno in casi specifici. Un'operatrice dell'Ufficio di Protezione Giuridica ha anche esposto ai partecipanti gli obiettivi e i servizi che l'ASL Provincia di Varese offre per l'amministrazione di sostegno.

Anche per la realizzazione di questo ciclo, come già successo nel precedente, Varese Ads ha coinvolto nell'organizzazione degli incontri partner locali, che si sono resi disponibili a collaborare con il progetto: l'Ufficio di Piano Ambito Distrettuale di Cittiglio, Ispe Valli del Verbano, Comune di Gavirate, Cooperativa Solidarietà e Servizi-Call center La Tela e l'Ufficio di Piano Ambito Distrettuale di Varese

A supporto dei partecipanti agli incontri è stato distribuito a tutti l'opuscolo degli Appunti di Varese AdS "Guida per non esperti sull'Amministrazione di Sostegno". Con questo ciclo di incontri, InformAdiese è stato realizzato in 9 dei 12 ambiti distrettuali della provincia. Nei prossimi mesi il progetto intende organizzare incontri nei distretti di Castellanza, Somma Lombardo e Sesto Calende. Inoltre sarà possibile replicare gli incontri in alcuni territori, andando incontro ad alcune richieste che ci sono pervenute.

 
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